Ho
paura,mi sveglio con gli occhi sul muro bianco
e
nel collo i fastidi del pensiero.
Due
baci,i miei figli e un corridoio di parole morte
che
se ne va insieme a mia moglie.
Cammino
tra le gocce nel rischio di aver capito la vita
e spengo gli occhi ma sono ancora qui
a
cercare la forza per vedere.
Chissà
dov’è quel sogno dimenticato,
eppure
cresce nella pancia e non so perchè.
Un’avventura
incredibile persa tra le pantofole e il sapone,
mentre
tutto questo,quello che più odio esiste.
Il
grande inizia a guardarmi e ogni tanto si ferma
per
farmi parlare,la piccolina dorme stretta al petto,
siamo
liberi dalla carne,
siamo
insieme per strada lontani dalla vergogna,
siamo
il prossimo sogno.
SETTEMBRE
2012
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