mercoledì 31 luglio 2013

INSUFFICIENZA DI PROVE

E poi c’è nel viso il tempo che deve,
ascoltando l’amato in clessidra di pianto,
risalire nell’occhio e buttarsi nel vento.
L’immenso Castagno dei Cento Cavalli
superò e vide avanti qual nuvola rena,
sospesa nei caldi tramonti del Passo,
disuguagliare nei venti il boato dei sorsi
che dal Mongibello suo apice perso
parlava al vapore di un sogno inumano e complesso.
La fila degli uomini incurvata sul Bove,
tra Musarra e Capra e le invitte Dagale,
se ne andò verso il Salto della Giumenta
che tremante riposa come sanguine nuova.
Non uomo si perse in cotanto respiro,
nel Fiore ancestrale che poneva desio.
Vedi la Luna tra pareti e son balzi
per il gelo dei morti che fuman dai piedi
ma come i Dicchi  altri son seri e spingono
avanti le schiene al passo dei tempi.
Encelado all’istmo di lava accecava i passanti
e intorno al suo collo nel filo del perfido Crono
imbucava le teste come fossero palle di Urano.
Alto come Sole eburneo soglio scrocchio
aperse iaculo e sangue nel terrore colmo.

In quell’ozio il Tiranno si mise nel
timbrare tre fogli e porse i suoi
ugual anni insieme ai centesimi
e i lacci delle scarpe.

Decorrenza dei termini.

Ma giudicate voi se questi
sono i sogni di un’innocente.

Cecilia dolorosa e presa per l’onore
sospirò in quell’attimo appena,
ma dallo specchio l’occhio dello
strangolatore rimirò se stesso.
Colpevole,tacendo passiamo oltre
a quel sogno che ora torna in carne.
A Muntagna ritenta adunanza
ma uno solo è che avanza
sulla schiena dell’Asino.

Per alzo d’ombra e accesso remoto
l’autore qui si volge e domanda:
Chi era costui ?

L’anima trapassa ai rinfreschi di luce
sul deserto di fuoco in papilli di stelle
e tanto perdea pelle nella brace
tanto più il fulcro comprende.





OTTOBRE 2004

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