Neofita
volle dipingermi il viso
e
quel palpito ansioso
cangiando
la mossa
a
suo dire gelosa
in
un placido ghigno
di
Caravaggesco riposo.
E'
che l'amavo
di
spasimo allegro
nell'ozio
infinito
d'un
morbido seno.
Mi
perdo nel dire :
caverne
d'amore,
notturno
preistorico,
Leopardesco
sognare.
Un
sorriso che rulla
nell'Adda
spigoloso
senza
corte e bagaglio
ha
risolto l'amore.
Puo
nascere un Re
dal
cespuglio ancestrale
che
Leonardesco risale
per
una Lupara di gioie
sulla
Senna e in quei Rivoli
a
cui si mise Piramide.
Sestante
Colombo ha il suo bel da fare,
più
acqua e più salta l’avventura nel mare,
con
porto e paella si ruttò per naufragare
nei
ricordi dell’India poi nel palmo a contare
per
Taino le salve nella giungla d’altare.
Sotto
questo portone aspetto che ritorni
dalle
tue battaglie di zitelle.
Forse
ubriaco,ve ne sarete accorti
se
venite da sopra questo imbroglio di storie,
e
Dostoevski non c’era,
suonerò per un’ora il campanello
e
a tua madre passerò la cartolina del militare.
Il
marciapiede è libero,piove,
schioccano
due dita,
lo
strizzatempie ride,
sono
guarito:
Attila
non c’era.
FEBBRAIO
2006
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