mercoledì 31 luglio 2013

IL VIAGGIO

Quel tempo di giovine senso
che andava in coraggio
sui ponenti di Scilla
e più in alto nei sorsi e gli altari
d'Isonzo e Vesuvio
pareggiando i cromi
di nebbie e costoni.

Ora cammini nel boato
di un ingorgo estivo
in ale di passaggio
di bel canto,vino
e asfalto bestemmiato.
Tu sei pazzo e Dio lo sa,
con quel sacco a pelo
arrotolato sulle spalle,
il cappello di paglia
e i sandali che hanno visto fango,
luce e pianto.
E non vai da nessuno,
donne e paesi passano
come il ciglio della strada
su cui le stoppie ondeggiano
insaziabili e vane.

Calli,
e ridere dei pedoni semplici.

Ah le fontane
sono parenti a cui raccontare
i sogni nei campi di grano
o traversate nell'Umbria autunnale.
Vagabondo,
che avevi sanità del ricordo
e un tic da signore:vai!
E sospetti che nel pandemonio
di clacson e sudore
muoia cosi bella armonia.




SETTEMBRE 1997

Nessun commento:

Posta un commento