Cesare,Cesare,Cavaliere
in disordine
sulle
toghe assetate qui ascolto il tuo piangere.
Novelle
spossanti di magnifiche troie
accorrono
sul canale che s'ornò di scorregge
nell’Ambrosiana
osservanza del Preambolo a cena
con
l’eterea tangente di un socialismo alle bande.
Mangano
tre Bontade nel Papello di Natale
e
il Salvatore investe nello struzzo
che
con una Noce conquista Rosalia
all’edile
pasto del Divo nostro.
Ora
seme fecondo vaneggia Colpo più Grosso,
dal
Vermicino commosso alla Diretta portanza,
nel
Maccanico vizio,di bava e colanza.
Forza
e coraggio venite miei Prodi
all’Iride
Smesso che Monda puDori
nel
fratello perplesso all’intestato riflesso.
Previti
e liete nel bisogno si spese
con
le mani pulite un Crasso compare.
Il
bel Ciriello c’avanza non ode la stirpe
dell’Alfa,
nei
castelli di Lega,lodare l’Omega che pur breve non nega
una
ricarica e sorge da Scilipotica selva che ricopre cadrega.
Papi
Noemi Aleppe,Papi Karima fotte,
minore
alla notte con la madre che scalcia
la
monta dell’altra che più ruba e più fuma
gli
Spinelli dell’orgia,in Liberazione risorta,
sui
Predellini di Morale e insaziabile Fede.
Egli
è uno da punto e a capo,
tutto
torna,ma moltiplicato.
Un
po di sgherri e leccaculo
a
sua insaputa attenzionano l'Avvenire.
Ma
Gianfranco è un uomo d'onore.
Il
Futuro sbocchina i ricordi sul Trivulzio dell’enfasi
e
la sana vittoria sulla quercia di Achille scatenò la sua Forza
ma
l’Italia resiste alla riforma perenne di Giustizia Squillante.
Eppure
chi sono questi mortacci
che
impediscono di dir due parole: Lo giuro.
Letta
la foglia l’Aquila Scende e quel ridere sente
del
coniglio sul letto che già conta le tende
accampate
per Giotto che una Maddalena ritrasse
per
le nobili antenne in quel mezzo dell’Onna
che
alla dentatura rimane,come Berto può dire.
Nuovo
è per sempre il tuo volto che ride
nella
voce confetto di cellophane ingresso.
L'ultimo
sorso di elastico dibattito e vengo nella notte
a
struccarmi nello share di uno specchio.
Ora
che sembra tutto finito avrai il mio voto,povero santo,
adesso
io ti voglio per completare l'opera di Benito,
senza
macerie per le strade ma con un tragico cappio di alloro selvaggio:
Noi
siamo peggio.
GENNAIO
2011
Nessun commento:
Posta un commento