mercoledì 31 luglio 2013

ROM APLOMB

 Nacquero tutti appresso all'altro
 e non camminava uno che gia il nuovo
 si metteva seduto al suo posto.
 Ognuno moriva per suo dire ogni giorno
 e resuscitava sempre con lo stesso
 bicchiere di vino in mano.
 Il prete arrivava con le ostie sotto il cappello
 e scacciava le mosche dalle bocche aperte,
 quindi digerivano sotto il sole
 o le ombre degli stracci appesi.

 Rom aplomb di meriggio campestre
 rifulge nell'ovulo come chiacchiere di peste,
 finchè l'ultimo sgravo cinguettando volse
 la certezza maritale al più nubile:forse.
 Una di quelle,compendio di borghese canto,
 non resisterebbe un giorno
 con sedici figli e uno spicchio d'aglio.

 Un secolo di neon comprime l'aurora,
 in reticoli d'asfalto,trombettiere di un lamento,
 la casa di Zen germoglia nel cemento.
 Piano dopo piano si sale nelle scale d'alito canile
 spiati come la fiera di Gomorra al mare.
 Colpevoli sono gli uomini che non sono mai
 entrati in banca.




NOVEMBRE 1995

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